Quattro chiacchiere con Michele Dell’Utri, tra i più noti fotografi milanesi, che con i suoi scatti racconta le emozioni di giorni speciali.
«Quello che un buon fotografo deve cercare di fare è mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio», Henri Cartier-Bresson.
Ed è proprio a lui, uno dei grandi della fotografia, pioniere del fotogiornalismo soprannominato “occhio del secolo”, a cui Michele Dell’Utri si è ispirato e oggi, dopo tanti anni di duro lavoro, può anche affermare di aver raggiunto professionalmente.
«So che paragonarmi a Bresson è un’affermazione forte – commenta Dell’Utri – ma dopo tanti anni ho raggiunto una maturità fotografica che mi permette di sentirmi molto più vicino a lui. L’ho sempre visto come un gigante ed oggi penso che la distanza tra di noi si sia accorciata, quasi sparita».
Michele Dell’Utri, un ladro di emozioni
Fare quattro chiacchiere con Michele Dell’Utri è emozionante perché ti fa scoprire come hanno vissuto alcuni dei più grandi artisti internazionali. Siciliano di origini e milanese di adozione, durante la sua vita ha frequentato la casa di Leonardo Sciascia a Racalmuto, luogo di ritrovo di tantissimi artisti tra cui Ferdinando Scianna, Gesualdo Bufalino, Matteo Collura e Andrea Vizzini.
E proprio lì sono nate amicizie che gli hanno dato l’input per realizzare foto pulite, essenziali e che raccontano un’emozione. Pura. Sincera. Che così sarà impossibile da dimenticare.
Michele Dell’Utri scatta foto che vivono di luce propria. Vi siete mai chiesti perché siamo così legati ad uno scatto? Perché non è una semplice istantanea di un momento, ma al suo interno racchiude tanto, tantissimo.
C’è l’emozione, c’è la passione, c’è la bellezza. C’è tutto questo e tanto, tanto di più. Un attimo che diventa eterno.
E renderlo così, eterno, non è semplice. Non bisogna premere il tasto della macchina fotografica, ma occorre avere una sensibilità che non tutti posseggono.
«Mio padre mi ha sempre detto di dover essere “un ladro di pensiero”, essere bravo a prevedere quello che stava per succedere ed anticipare lo scatto successivo. Una grande lezione che ha fatto in modo che potessi realizzare degli scatti indimenticabili».
Fotografo Milano, la luce come compagna di viaggio
La luce è uno degli elementi essenziali della fotografia: una buona luce può riuscire a trasformare un paesaggio, che agli occhi di tutti può sembrare poco piacevole, in uno dei posti più affascinanti. E viceversa.
«La luce è una compagna di viaggio, l’elemento primario per una foto di matrimonio perfetta che però va “addomesticata” – continua Michele Dell’Utri. Se, ad esempio, c’è un cielo nuvoloso, il mio segreto è fare 24 scatti da varie angolazioni: il momento perfetto è lì pronto ad essere immortalato».
Una tecnica da grande professionista che viene usata nei momenti più difficili e che, soltanto chi ha l’occhio da fotografo, riesce ad utilizzare scovando gli scatti più belli.
Reportage di matrimonio, istanti indimenticabili
Michele Dell’Utri ama raccontare il bello che c’è intorno a noi. Dimenticate subito la figura di un fotografo di matrimonio. Lui è molto, molto di più. Il suo stile è quello del reportage di matrimonio: istanti difficili da cogliere che però, lui con la sua esperienza, riesce ad immortalare per farli rivivere per sempre.
«Nel giorno del suo matrimonio – racconta Dell’Utri – la sposa è molto tesa, soprattutto durante il momento della preparazione. Bisogna essere una figura sì presente ma ai margini, mai ingombrante. Utilizzare le parole giuste e creare con lei un legame speciale per far in modo che, davanti l’obiettivo, possa sciogliersi e godersi il suo giorno speciale».
Proprio per questo, è un grande appassionato di libri di filosofia e psicologia. Tra i suoi preferiti L’Aleph di Jorge Luis Borges che ha molto ispirato il suo motto di vita «nessuno ti deve uccidere la speranza ma devi sempre esser fiducioso, nei momenti bui, che domani andrà meglio».
Un pensiero che si nota subito nelle foto. La tristezza, negli scatti di Dell’Utri, non è mai presente, perché non è questo che vuole trasmettere. Al contrario, il suo desiderio è riempire di bellezza gli occhi della gente, affinché possano emozionarsi davanti alle tantissime sfaccettature che la vita ci pone davanti gli occhi ma che non tutti sono in grado di cogliere.