di Antonella Lombardi
Se state leggendo questo articolo siete disperate. O credete profondamente nella solidarietà femminile, una sorta di «sorellanza» che non conosce confini, ma sfighe. Perché vi siete imbattute in un campionario di uomini inconfessabili, che più di ogni altra cosa vi ha convinto a fare una vita da single… Magari sognando ancora le nozze. E perché, almeno una volta nella vita, vi siete sentite una «carta moschicida per amori sbagliati», come diceva Carrie Bradshaw in «Sex and the City». O, come la più prosaica Bridget Jones, vi siete impegnate a cercare «un ragazzo dolce e carino con cui uscire, evitando di provare un’attrazione romantico-morbosa per soggetti alcolizzati, maniaci del lavoro, fobici dei rapporti seri, guardoni, megalomani, impotenti sentimentali o pervertiti». Con il divieto assoluto di «fantasticare su una particolare persona che incarna tutti questi aspetti»…
Ci siete cascate, eh? Beh, non siete sole. E il mondo è davvero piccolo, se l’iraniana Marjane Satrapi in «Persepolis» arriva a scrivere: «Avevo conosciuto una rivoluzione che mi aveva fatto perdere parte della mia famiglia. Ero sopravvissuta a una guerra. E una banale storia d’amore per poco non mi stroncava». Non è stata più tenera l’egiziana Ghada Abdel Aal, al punto da essere battezzata la «Bridget Jones del mondo arabo». La trentenne farmacista ha iniziato a raccontare in un blog («Wanna be a bride») le disavventure tra zie ficcanaso e improbabili pretendenti. Chi non ne ha avuti, ammettiamolo. Come il cinico a tutti costi: terribilmente affascinante, fino a quando non arriva il momento in cui capite di dover aspettare la sua autopsia per sapere se ha davvero un cuore. Così siete incappate nel suo opposto, il romanticone, il tipo che vi ha regalato dei peluche o delle ciabatte di Titti e Silvestro, apostrofandovi in pubblico con «Pucci pucci amoruccio». Vi state grattando per l’orticaria? È un buon segno. E liberatevi anche delle sette generazioni di acari, l’unica cosa genuina nata da quelle promesse in dono.
Siete anche uscite con il polemista logorroico, interessante il suo spirito critico, davvero. Peccato si sia rivelato contrariato anche col vostro vicino di poltrona al cinema che ha osato posare – per un nanosecondo – la sua sciarpa sul bracciolo, o col cameriere al ristorante, protestando per il mancato retrogusto di bacca rossa nel vino, manco fosse Carlo Cracco.
Non vi siete fatte mancare neanche il procrastinatore. No, non è una parolaccia, è l’uomo capace di rimandare qualunque cosa, dallo scaffale Ikea da montare in salotto ai piatti da lavare, fino all’anello di fidanzamento. È sempre stanco, impedito da qualcosa di inoppugnabile e così passivo da spingervi a una sola difesa, la tanatosi. Ossia, imparate dagli insetti: fingetevi morte, fate in modo da lasciare a lui ogni iniziativa. E poi scappate, di corsa.
Quando vi siete rassegnate al fatto che il punto G si trova solo alla fine della parola shopping, avete conosciuto lui. Così interessante, vi ha fatto sentire subito a vostro agio. Fino a quando non si è tolto la giacca, facendovi ripiombare negli anni ’90. Sia chiaro, non ho niente in contrario al lupetto, ma se lo indossi sotto una camicia devi avere come minimo un peschereccio. L’unica cosa da dire è «Tonno subito». Single, però.
Così avete pensato di fare largo all’estetica e di distrarvi con il bel palestrato. Peccato aver scoperto presto quella sua magnifica ossessione per i selfie a tradimento, dove lui già sa qual è il suo lato migliore e a voi si vede l’ultima otturazione del dentista.
Il paranoico insicuro è stata la vostra apoteosi perché, come Carrie, vi siete «legate a uno che non voleva legami»: non vi si è accesa la lampadina neanche quando ha pronunciato la fatidica frase «Il problema non sei tu, si è rotto qualcosa in me». E al colmo del martirio avete indossato la divisa da crocerossina in stile «Io ti salverò», manco foste sul Titanic. Poi l’avete trovato con un’altra e finalmente avete capito che l’unica cosa da rompergli era la testa. E arrivate fin qui vi siete convinte che aveva ancora ragione Carrie, «bisognerebbe imporre l’uso del casco nelle storie d’amore». E tolta l’aura glamour della sofferenza, avete intrapreso come Bridget la via incofessabile della relazione con due uomini contemporaneamente: Ciocco e Lato. Lì vi siete ritrovate nella trincea dei single che rivendicano il diritto alla propria libertà contro la magnifica routine delle coppie sposate che fanno tutto insieme. Così avete scelto di non avere pensieri, vi siete lasciate andare alle storie senza impegno e vi sentite così libere che all’arrivo della fatidica telefonata tanto attesa, quella che darà una svolta alla vostra giornata, rispondete d’impulso come la nostra beniamina: «Qui Bridget Jones, dea del sesso sfrenato che sta sulle cosce di un uomo… Oh, mamma sei tu?». È sempre la realtà a fregarci.