Arriva indossando un paio di babbucce nere con su dipinto il volto di Sant’Agata, un omaggio alla patrona della sua città, Catania, e regalo di un’artista. E già così tradisce una spiritualità che – basta appena qualche ora per capirlo – in lui va ben oltre l’apparenza, per farsi devozione. Al bello. Di un volto, dell’anima. Una bellezza a cui dà una forma, ogni giorno.
Con una carriera cominciata in quel di maison Dior, che ha lasciato ormai oltre vent’anni fa (e il cui abbandono racconta con un piglio di fierezza), è nel 2005 che Orazio Tomarchio ha deciso di ripartire dalla sua terra – forse soprattutto da se stesso – lanciando sul mercato il suo primo fondotinta, il prodotto di punta di Cherie, la linea di cosmetici che oggi gli garantisce un posto al sole nel mondo del make-up, al pari dei grandi colossi e dei soliti noti. Rossetti, fard, ombretti – persino ciglia finte – pensati per un pubblico di nicchia, ma che fanno di lui un make-up artist conteso a Roma come a Hollywood. Oltre ad aver truccato personaggi del calibro del premio Oscar, Patricia Arquette, delle “nostrane” Sofia e Monica (nell’ordine, Loren e Bellucci), di Robert De Niro ed Ellen Pompeo, la Meredith di “Grey’s Anatomy”; per un paio di stagioni è stato anche ingaggiato dalla produzione del telefilm americano “CSI”, che gli ha affidato i trucchi di scena. Senza contare, poi, che ormai da dieci anni è il direttore dell’immagine del Taormina Film Fest.
Curriculum a parte, però, mi è bastato osservarlo all’opera per avere la sensazione di avere di fronte un’artista, che alla tela preferisce volti e corpi. E dell’artista, in effetti, ha proprio tutto. Quell’essere istrionico ed eccentrico, sopra le righe ma con disinvoltura e (quasi) naturalezza. In una parola, “barocco”.
Come la terra in cui vive. Come la truccheria in cui si “esibisce”, circondato da cornici e specchi maestosi, ex-voto e profumo di vaniglia. Come le scarpe che indossa (in fondo, la corona di Sant’Agata è tempestata di Swarovski colorati).
“Quando trucchi ti rilassi?”, gli domando. “No, perché altrimenti non darei il massimo”, risponde mentre è all’opera sul volto della bellissima showgirl Ariadna Romero, testimonial di Sposi Magazine 2016, che ha posato per noi in abiti Maison Signore. “Però è ciò che desidero fare e che faccio ogni giorno, perché è la mia vita”, aggiunge. Letteralmente, dico io.
È stato una sera a cena, rimasti al tavolo lui ed io, in uno di quei tipici momenti in cui i commensali si ricordano di essere fumatori incalliti, che si è lasciato leggere: “Trascorro le mie giornate tra la truccheria e casa, non sono mai stato in una discoteca e non mi si vede in giro per locali”, confessa. E accanto ha la sua fedele Pina – collaboratrice che lo accompagna nell’avventura Cherie da undici anni (“Una relazione durata più del mio matrimonio”, scherza) – che fa cenno di sì con la testa, come a dire “è vero, se mette il naso fuori è solo per lavoro”. Già, perché il rapporto con le sue clienti è speciale, perché i prodotti vanno personalizzati, creati secondo la pelle e i colori di ognuna. “Ci spostiamo ovunque, realizziamo make-up a Palermo come Roma o dovunque ci sia una cliente che ha bisogno di noi”, sottolinea Pina.
La parte migliore de La truccheria Cherie, una splendida boutique su tre piani in via Vittorio Emanuele Orlando 35 (a Catania, appunto), è che i cosmetici vengono confezionati sul momento, al punto da diventare dei “ricaricabili”. “La cliente sceglie il rossetto o il fondotinta che preferisce e noi le prepariamo il packaging (tutto è realizzato con materie prime e materiali rigorosamente italiani, ndr) all’istante – spiega Orazio –. Quando tornerà, poi, dovrà soltanto decidere le nuove nuance”. E se si tratta di fondotinta, la consulenza è quasi d’obbligo: “Cara, rifletti – mi fa notare con nonchalance –. Come si può pensare di indossare la stessa tonalità in estate e in inverno, quando l’incarnato ha un colore inevitabilmente diverso?” (anche se lui è del parere che la “pelle abbronzata non è chic”).
Sempre nella truccheria, al terzo piano, si svolgono anche le lezioni della “Academy”, dove ogni anno forma nuovi talenti, i make-up artist di domani. “Pochi e selezionati, che seguo personalmente”, conclude.
Ed ecco che tutto torna. Torna la dedizione, torna la devozione. Alla bellezza, del volto e dell’anima insieme.
Paola
Mentre scrivo questo articolo il cellulare non smette di squillare un secondo. È la chat del nostro team che impazza di notifiche e soprattutto di… hashtag (hanno scandito i due giorni di shooting!). E in testa me ne frulla uno nuovo #piùoraziopertutti
Foto di Angelo Cirrincione