All’età di 81 anni è morta Vivienne Westwood.
La stilista, nota per la sua estetica punk, ha rivoluzionato anche il linguaggio della Bridal Couture per oltre un quarto di secolo.
Vivienne Westwood si è spenta nella sua casa di Clapham, nel sud di Londra, circondata dall’affetto della sua famiglia.
La notizia è stata resa nota dai profili ufficiali della stilista, conosciuta per il suo stile anticonvenzionale e anticonformista con cui ha riscritto i canoni del fashion e della moda Bridal.
Morta Vivienne Westwood, il prodigio ribelle dell’haute couture
Ribelle, irriverente, trasgressiva. Vivienne Westwood è morta dopo una lunga malattia affrontata con discrezione lontano dai riflettori.
“Vivienne – si legge nel comunicato – ha continuato a fare le cose che amava, fino all’ultimo momento, disegnando, lavorando alla sua arte, scrivendo il suo libro e cambiando il mondo in meglio. Ha condotto una vita straordinaria”.
Il mondo della moda piange la couturier che ha stravolto il linguaggio del fashion portando in passerella le sue idee e la sua indole di provocatrice.
Regina del Punk britannico, amata in patria e oltreoceano quasi quanto la Regina Elisabetta II, Vivienne Westwood vestì anche i Sex Pistols ispirando, negli anni ’70, il look di Sid Vicious e Nancy Spungen e, nei primi anni 2000, persino la fumettista giapponese Ai Yazawa nel tracciare l’identikit della cantante rock Nana dell’omonimo manga.
Dalla sua piccola e multiforme boutique londinese, portò in passerella borchie, catene, spille da balia, pelle, dettagli propri dello stile fetish.
“La sua innovazione e il suo impatto negli ultimi 60 anni – continua il comunicato – sono stati immensi e continueranno nel futuro”.
Vivienne e la sua estetica Punk Bridal
Il desiderio di sperimentare la portò anche a rivoluzionare la moda sposa.
Se nel 1962, prima ancora di fondare il suo brand, Vivienne Westwood disegnò e realizzò da sola il suo abito da sposa, è il 1993 l’anno che sancisce il suo ingresso a gamba tesa nella scena Bridal.
Kate Moss, con viso di porcellana, veste un abito principesco in tartan con velo abbinato: è la prima sposa punk firmata Vivienne Westwood.
Dalla sposa bendata alla sposa guerriera incarnata da Bella Hadid all’abito da sposa viola realizzato per Dita Von Teese per il suo matrimonio con Marilyn Manson fino all’iconico Cloud Dress in duchesse indossato da Carrie Bradshaw aka Sarah Jessica Parker nel primo film di Sex and the City (e che tornerà nel 2023 nella seconda stagione di And just like that…), la designer ha saputo interpretare fin dall’inizio una nuova, e personalissima, visione della sposa.
La sposa cercata, desiderata, disegnata da Vivienne Westwood è una principessa del suo tempo, rock, romantica e al contempo sensuale, certamente mai banale.
Dal corsetto alle maxi gonne, il dizionario della sposa dice Westwood
Vivienne Westwood ha tracciato il solco di un nuovo tipo di sposa, moderna e contemporanea.
Maxi gonne in tulle e/o in duchesse, sirene dalle silhouette decostruite, ruches dall’aspetto scultoreo e l’inconfondibile corsetto Bagatelle sono i capisaldi del dizionario della Bridal Couture della designer.
Elementi, questi, che tornano e si reinventano da oltre un quarto di secolo a questa parte (anche da quando Vivienne Westwood ha affidato il timone del marchio al compagno Andreas Kronthaler, suo sostituto per la prima volta in passerella all’ultima Paris Fashion Week a causa della malattia).
È del 2020 la collezione che riporta in atelier i modelli cult della maison, dal Cloud Dress di Carrie Bradshaw (che porta la data della sfilata Gold Label A/W 2007-08) agli abiti con scollo strutturatissimo a barca.
Made-To-Order e moda sposa sostenibile per Vivienne Westwood
Due i desideri del testamento fashion di Vivienne Westwood: quello di vestire le sue spose con abiti artigianali e su misura seguendone ogni centimetro del corpo; e rendere la moda sposa sostenibile contro il cambiamento climatico.
Da qui il Made-To-Order, cioè la possibilità per le spose, a partire dal 2021, di scegliere virtualmente il proprio abito e di modificarlo adattandolo alla propria silhouette con l’aiuto del team di couturiers della maison di Vivienne Westwood.
Abiti metamorfici che si compongono e si scompongono prima e durante le nozze e da poter riutilizzare anche dopo il giorno del matrimonio.
E poi l’anima green di Vivienne Westwood che l’ha spinta a virare su tessuti a basso impatto ambientale sostituendo, per esempio, la seta con viscosa certificata e utilizzando il tulle riciclato color avorio.
Il suo ultimo monito, che verrà portato avanti dalla Vivienne Foundation, è stato infatti: “Fermare il cambiamento climatico. Questa è una guerra per l’esistenza stessa della razza umana. E quella del pianeta”.
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