Andrea Sedici, Made in Italy ed artigianalità si fondono nelle sue creazioni

Il Made in Italy, l’artigianalità del prodotto e lo stile indiscusso, sono alcune delle caratteristiche che da sempre contraddistinguono gli abiti da sposa Andrea Sedici.


Ha le idee chiare Andrea Di Nino, direttore creativo della maison Andrea Sedici. Considerato un astro romantico del mondo bridal, lo stilista italiano continua a realizzare i suoi abiti lontano dall’industrializzazione e mantenendo ben saldi quelli che sono i valori fondamentali su cui si basa la sua azienda.

Centimetro dopo centimetro, infatti, i suoi abiti sono la rappresentazione del valore del tempo, quello utilizzato per dar vita a wedding dress che hanno un’anima e raccontano una storia. Non soltanto quella di chi indosserà il vestito per coronare il suo sogno d’amore, ma anche di chi, con passione e minuziosità, l’ha progettato e cucito. Un sogno Made in Italy dal forte respiro internazionale.

E la collezione sposa 2021 ne è la massima rappresentazione, con abiti da sposa romantici e femminili che rendono la donna l’unica e sola protagonista del suo giorno speciale.

Andrea Sedici, l’importanza dell’artigianalità negli abiti da sposa

Cosa caratterizza i tuoi abiti e perché una donna dovrebbe scegliere un capo firmato Andrea Sedici?
«Gli abiti delle mie collezioni rappresentano una filosofia, un messaggio che ci tengo a dare alle future spose. È un principio etico che si rifà alla loro esecuzione, che fa in modo che abbiano una forma, una consapevolezza e un’energia completamente diversa da quello di un abito realizzato dai grandi brand industrializzati. Chi sceglie Andrea Sedici sceglie un concetto di vita che è quello di prestare attenzione al tempo e alle cose che hanno un valore».

Artigianalità del prodotto: quanto è fondamentale per te?
«La manualità e l’energia che viene conferita ad ogni abito è certamente diversa da quello che viene fatto da una macchina. Le applicazioni, i tessuti e i ricami, realizzati dalle sapienti mani di una sarta (che ha una sua visione, un passato e una storia) sono totalmente diversi da quelli realizzati dalle macchine, che non hanno alcuna consapevolezza.
In questo modo si ha una storia da poter raccontare, che viene assorbita da chi indossa l’abito».

In questa foto un abito della collezione 2021 della maison italiana

Secondo te è un termine troppo abusato nel 2021?
«Tante aziende e tanti brand internazionali parlano di artigianalità e manualità, ma producono i loro abiti in altre parti del mondo etichettando gli abiti con il Made in Italy. Non voglio che si pensi che sia un pensiero discriminante, ma c’è una grande differenza.
Ciò che viene prodotto interamente in Italia ha un processo etico e lavorativo diverso da quelli che sono dei passaggi che vengono fatti in altri parti del mondo dove la tutela del lavoro e l’etica non sono come quelli che abbiamo nel nostro paese».

Sei disposto a scendere a compromessi in una visione futura di industrializzazione del tuo brand?
«La vita è fatta di compromessi. Nel corso dello sviluppo di un marchio ci possono essere degli sviluppi che permettono al brand di trasformarsi in positivo. Non è detto che appartenere ad un grande gruppo o far crescere il brand debba essere un valore negativo. Ad esempio, può rappresentare nuovi posti di lavoro in Italia.
Ciò che non mi piace è l’industrializzazione. Ciò che continuo a vedere nel mio brand è una forma di manualità, purezza dell’artigianato nella composizione del capo. Sono sicuro che non ci sarà nel futuro una produzione cinese del mio prodotto, perché sono convinto che la produzione italiana è un valore ineccepibile del mio prodotto».

In questa foto un abito della collezione 2021 della maison italiana

Abiti da sposa green, il pensiero dello stilista italiano

In un momento in cui tutto sta cambiando, si parla moltissimo di aziende green. Qual è il tuo pensiero in merito?
«L’azienda che ha una visione green, capace di non dare un impatto negativo all’ambiente, è molto importante, soprattutto nel 2021. Sono molte le multinazionali che oggi parlano di tessuti green cavalcando il trend, ma nel loro insieme non fanno il bene del nostro pianeta. Il tessuto può essere green, perché riciclato, ma i processi di produzione e distribuzione del prodotto massivi non fanno bene al pianeta.
Ho sempre avuto questa idea: green sì, ma quando l’azienda è in grado di sostenerlo realmente e non solo come tecnica di marketing».

In questa foto un abito della collezione 2021 di Andrea Sedici

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