Tornano i fiocchi e il bianco è l’unico colore, mentre i tessuti scivolano dal mikado alle organze più croccanti. La nuova linea di abiti da sposa 2018 Giuseppe Papini sarà presentata al Sì Sposaitalia di Milano. L’intervista allo stilista
Sarà nel solco del romanticismo, tra linee pulite, organze e mikado, la nuova collezione di abiti da sposa 2018 Giuseppe Papini. «Basta ai nudi, che peraltro non ho mai fatto – garantisce lo stilista -. Il prossimo anno, insomma, tornerà protagonista l’abito da sposa», nella sua accezione più pura e genuina. Al punto che esisterà un solo ed unico colore: il bianco.
«Sono convinto che assisteremo ad un grande ritorno al Made in Italy – racconta Giuseppe Papini -. Gli stranieri che lo chiedono, infatti, sono di più: c’è una crescita, rispetto al passato, nel numero di quelli che si informano». E la sua nuova collezione sarà presentata in anteprima a New York, dal 22 al 24 aprile; e poi a Milano, nei giorni del Sì Sposaitalia, evento in programma dal 19 al 22 maggio prossimi.
Ecco, dunque, cosa ci ha raccontato lo stilista, che confessa di essere «sempre in sartoria, supervisiono ogni abito prodotto – dice -: non c’è un capo che esce dai laboratori senza che sia stato prima controllato da me» e che ci ha dato una rassicurazione non da poco: anche negli abiti da sposa 2018 Giuseppe Papini ritroveremo i suoi fiocchi, «sono e saranno sempre la mia firma nelle collezioni».
Lo abbiamo incontrato a Palermo, durante la giornata di chiusura del corso per wedding and event planner organizzato da Maria Macchiarella.
Abiti da sposa 2018 Giuseppe Papini: niente nudi, è il trionfo del “total white”
Giuseppe, cominciamo quest’intervista con la domanda che tutte le future spose vorrebbero farti: cosa ci attende dalla nuova collezione 2018?
«Il prossimo anno ci sarà un grande ritorno al Romanticismo, alla pulizia delle linee; basta ai nudi, che peraltro non ho mai fatto. Insomma, torna protagonista l’abito da sposa».
Concretamente, questo senso di romanticismo in cosa si declina?
«Anche in volumi ampi, comunque importanti e puliti».
Abiti da sposa Giuseppe Papini: nel 2018 i fiocchi ancora protagonisti
E sul fronte di tessuti e colori, invece?
«I tessuti che prediligerò sono il mio classico mikado, con delle variazioni. E poi le organze, da quella leggera al gazar di seta moto corposo e plastico, che consente di realizzare abiti costruiti e capaci di mantenere una croccantezza particolare. Per quanto riguarda i colori, invece, bianco e solo bianco: è questo il colore dell’abito da sposa».
Rassicuraci, però, che non dovremo rinunciare ai tuoi “fiocchi”: già al centro della collezione di abiti da sposa 2017, resteranno ancora il tuo tratto di stile?
«Assolutamente sì, sono e saranno sempre la mia firma nelle collezioni».
Papini: “Nel 2018 un grande ritorno agli abiti da sposa Made in Italy”
Giuseppe, possiamo già annunciare quando e dove presenterai la collezione Papini 2018?
«A New York, dal 20 al 25 aprile; e a Milano, in occasione del Sì Sposaitalia, dal 19 al 22 maggio».
Tu, la tua azienda, siete nell’Olimpo della Moda Sposa italiana. Cosa vi contraddistingue?
«La nostra è un’azienda italiana che produce tutto in Italia. Direi che è quasi artigianale: il servizio, oltre alla qualità del prodotto, infatti, è la cosa fondamentale; siamo in grado di garantire un servizio di assistenza ai nostri rivenditori come alle nostre spose».
L’abito da sposa su misura un trend intramontabile
Insomma, la sartorialità è ciò di cui andate fieri…
«Io sono sempre in sartoria, supervisiono ogni abito prodotto: non c’è un capo che non esce dai laboratori senza che sia stato prima controllato da me».
Quali sono gli obiettivi aziendali di Maison Giuseppe Papini per il 2018?
«Prima di tutto, mantenere quanto fatto fino ad ora. E poi, magari, ampliarci anche a nuovi mercati».
Ad esempio, quali?
«New York è una fiera importante che, però, ultimamente sta un po’ vacillando. In generale, sono convinto che assisteremo ad un grande ritorno al Made in Italy. Gli stranieri che lo chiedono, infatti, sono di più; c’è una crescita, rispetto al passato, nel numero di quelli che si informano: se prima li incontravamo soprattutto a New York e praticamente non li vedevamo a Milano, adesso si stanno affacciando di più all’Italia. E questa è una cosa positiva».
Parliamo delle clienti straniere, allora. Chi e come sono?
«Lavoriamo parecchio con l’Asia, con il Giappone che è in grandissima ripresa; anche in Corea siamo molto forti. Alle future spose di questi paesi, oltre alle italiane che ci conoscono, si aggiungono le clienti tedesche, austriache e francesi. A differenza di ciò che accade in Italia, dove le ragazze apportano personalizzazioni agli abiti e che cambiano da una regione all’altra, le straniere comprano l’abito da sposa così come è stato pensato, disegnato e realizzato: una grande soddisfazione personale».