Dal cambio di date alle capsule collection con i nomi del Fashion, la direttrice di Si Sposaitalia 2018 ci svela tutte le novità della nuova edizione della Settimana della Moda Sposa italiana.
Ambizione, tenacia e obiettivi sempre più alti. Sono i tratti salienti di Simona Greco, la donna della Moda Sposa in Italia, colei che ha l’onere e l’onore di spingere il Made in Italy nei mercati internazionali. È sua, infatti, la direzione di Si Sposaitalia Collezioni, la Bridal Week milanese che, nel 2018, è in programma dal 6 al 9 aprile prossimi.
Si Sposaitalia 2018 all’insegna del cambiamento
È un anno pieno di grandi novità, a partire dalla decisione di anticipare le date della manifestazione, piazzandola in apertura del calendario internazionale delle Settimane della moda sposa. Perché?
«Lavoro a questa manifestazione da appena due anni; ed è il motivo per cui il punto di vista di un neofita riesce ad avere un orizzonte e un’apertura maggiori. Ho scoperto che il mercato, da tanto tempo, aveva bisogno di questo; così, ho parlato ma soprattutto ascoltato le aziende e ho proposto loro questa piccola rivoluzione. È stato un atto coraggioso, io ho solo fatto da collettore delle esigenze del mercato: ho provocato le aziende, spingendole ad una riflessione più profonda e a superare le paure che spesso l’incognito riserva. Dopo le prime esitazioni, ci sono stati adesione ed entusiasmo collettivi. Da lì, poi, insieme abbiamo deciso di avviare questo grande cambiamento».
Ha parlato di esigenze del settore. Quali sono quelle della moda sposa?
«Il mio punto di vista non si è fermato al Made in Italy, ma si è aperto da una visione più alta, quella del mercato in generale e delle industrie. Il compratore, ogni anno, è chiamato a visitare e valutare tante opportunità in termini di manifestazioni fieristiche, eventi e aziende stesse: il suo tempo è prezioso e la razionalizzazione degli eventi a cui partecipare è un tema che il compratore ha sulla propria scrivania ogni giorno. Dunque, presentarsi per primi fa la differenza. Restando gli ultimi in calendario, il rischio è di incappare in un compratore il cui portafoglio è svuotato, o che è stanco o poco impressionabile perché ha già un over booking di proposte. Insomma, la freschezza dei primi potrebbe fare la differenza».
Possiamo già anticipare quali marchi hanno confermato la loro presenza?
«Ho la fortuna di avere aziende italiane che sposano le novità con entusiasmo. Penso, ad esempio, ad Antonio Riva ed Elisabetta Polignano. A Nicole Fashion Group che aveva disertato le ultime edizioni e che adesso ho sentito molto vicina, forse tra i fan principali di questa nuova iniziativa. Non dimentico Musani per la cerimonia, settore che più di altri è stressato dai nuovi tempi di produzione per presentarsi al meglio. Tutti, più in generale, hanno aderito e stanno sostenendo questa scelta, sono aziende che fungono da grande richiamo. Tra queste, anche Bellantuono con Blumarine; ma i marchi sono davvero tanti».
Si Sposaitalia Collezioni, c’è anche il Si White Carpet by Sposaitalia Collezioni
Tra le novità, anche il Si White Carpet by Sposaitalia Collezioni. Di cosa si tratta?
«Ogni riposizionamento ha bisogno di tempi lunghi, almeno due o tre anni. Nell’ottica di questo cambiamento, però, bisognava dare dei segnali sin da subito. Ed ecco che, così, è stato pensato il Si White Carpet by Sposaitalia Collezioni. Nasce da un’idea di un gruppo donne – quelle dell’ufficio stampa di Guitar e di Fiera Milano, io e Giusi Ferré – per dare risalto a quello che è il mondo del carpet declinato nel White, ma non solo relegato all’abito da sposa. L’idea geniale è stata quella di abbinare alle aziende sposa delle realtà al di fuori del settore, come influencer, stilisti fashion e nuove firme. Collaborazioni, queste, che porteranno alla realizzazione di alcune capsule, cinque linee special edition che sfileranno insieme in una serata speciale».
E ci sono già le prime coppie?
«La prima coppia ufficiale è costituita da Bellantuono ed Efisio Marras, il giovane stilista del gruppo. Ne sono entusiasta, perché tradizione e giovane generazione si metteranno a confronto: sono l’esempio di due mondi diversi che si sono incontrati, è l’emblema di ciò che vogliamo portare avanti. Metteremo in mostra la capacità produttiva delle nostre aziende non solo nella loro zona di comfort, ossia il Bridal».
Parliamo, allora, di buyers stranieri: come li avete coinvolti?
«Grazie alla collaborazione con Ice, l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero, che aiuta a internazionalizzare le piccole e medie aziende. Non tutte le realtà produttive, infatti, sono strutturate per farcela in termini di presenza e distribuzione all’estero. Per questo, dunque, con i poli di Fiera Milano nel mondo e Ice, portiamo avanti uno scouting approfondito di compratori adeguati al prodotto che viene esposto al Si Sposaitalia Collezioni. Li ospitiamo, li portiamo in manifestazione e in cambio chiediamo una permanenza e un contatto ravvicinato con le nostre aziende. È un grande investimento che la nostra manifestazione fa con Ice, con l’obiettivo di creare punti contatto: riusciamo ad organizzare la loro presenza in via preventiva, così le aziende sanno già quali determinati tipi di compratori ci saranno e la loro proposta potrà e dovrà essere declinata al mercato di riferimento».
Tutto ciò si traduce anche nella volontà di spingere ed esportare il lavoro artigianale…
«Questa è la nostra grande forza. Siamo impegnati con il Ministero dello Sviluppo Economico proprio per far emergere le capacità dell’artigianato. Partendo dai tessuti fino alla lavorazione, ma anche agli occhiali, l’Italia è fortissima. Deve essere supportata sulla distribuzione».
L’ultima domanda è sui progetti di sviluppo, di cui parlava prima, che nel corso dei prossimi anni porteranno ad un cambiamento: in cosa consisterà?
«I miei obiettivi sono quelli delle aziende. Il mio compito è di fare incontrare domanda e offerta, favorire la capacità di attrarre i grandi compratori internazionali. Negli anni a seguire, conto di aumentare il tasso di internazionalità presente anche sul fronte degli espositori: una buona e sana concorrenza non va temuta, anzi è un moltiplicatore di informazione nei paesi di provenienza degli espositori esteri. Accanto a questo obiettivo, anche la necessità di creare una maggiore connessione con la città, con il Comune di Milano che è già al nostro fianco; e quindi, la diffusione della Bridal Week in maniera più capillare sulla città».
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