Nelle parole dell’editor Paola Pizzo, il ritratto di Orazio Tomarchio, celebre make-up artist e fondatore della linea di cosmetici “Cherie Maquillage”. Un uomo che della Bellezza ha fatto un valore di vita, professionale e personale.
Guardare nei e con i suoi occhi è fare un viaggio nella bellezza. Quella propria di un uomo che ne ha fatto scelta di vita, professionale come personale.
Già, perché Orazio Tomarchio è sì in assoluto un impareggiabile make-up artist, sicuramente uno dei migliori nel panorama nazionale (e non solo, aggiungerei), ma è anche una persona di profondo splendore interiore. Sedersi sulla poltrona barocca che campeggia all’ingresso de La Truccheria Cherie per farsi truccare da lui, significa prepararsi per un viaggio che tocca più corde. Un percorso fatto di colori, odori e consistenze che sfiorano il volto, ma arrivano più nel profondo.
Lui lo dice sempre: “Truccare non è stravolgere, il mio compito è riflettere l’essenza di ogni donna che si affida a me”. Un’essenza che – proprio come il suo estro – non teme il tempo, il gender, i difetti di ognuno. E che, nelle mani di Orazio, esce fuori nel suo splendore. Sempre.
Mani, quelle di Orazio Tomarchio, che sono un “Miracle de Dieu”. Al punto che se l’è tatuato addosso, proprio lì, in quelle dita che hanno fatto la sua fortuna, quelle che ogni giorno truccano ma che sanno anche spogliarsi di ogni orpello per rifocillare l’anima.
Così, diviso tra una bellezza ora fisica ora divina, scisso nel suo essere istrionico e sensibile, perfettamente a metà tra una vita faraonica e una di assoluta devozione, con i suoi pennelli dipinge volti che altro non sono che l’anima di chi si siede di fronte a lui.
E no, non è un eccesso, non è un “così per dire”. Perché quel viaggio di bellezza – la mia: del mio volto, della mia anima – l’ho fatto anche io attraverso di lui. Anzi, grazie a lui.
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